Non credere al destino vuol dire non rendersi conto della realtà.
Non credere alla possibilità di rivoluzionare una giornata normale.
Abbandonarsi alla quotidianità e alle routines equivale a non avere aspettative. O emozioni.
Perdersi in viaggi programmati, perdersi sempre con le stesse persone e, avere appresso Google Maps pronto a indicarci che abbiamo intrapreso il percorso sbagliato.
E magari vorremmo che ci avvertisse anche quando non siamo noi a muoverci o a camminare, ma sono i nostri sentimenti a guidarci.
L'intuito si sa può farci sbagliare strada, lavoro o persone. Ma senza quella strada, quel lavoro o quelle persone non saremmo chi siamo.
Non si può trovare una spiegazione razionale a quella canzone che parte all'improvviso alla radio. All'energia che è capace di sprigionare una telefonata o un sms arrivati inaspettatamente.
La forza che ci fa alzare dal divano, pur avendolo desiderato per tutto il giorno quel divano.
La forza che ci fa vestire di nuovo e uscire, anche se è mezzanotte.
Anche se piove, anche se è inverno, anche se sono due giorni che non dormiamo.
Come si fa a non voler sperare di perdersi, di lasciare i tragitti sicuri per intraprendere vicoli sconosciuti.
Nuovi.
Sentirsi liberi. Di sbagliare, di amare, di uscire, di ridere, di piangere, di essere noi.
Di volare. Sì, perchè quando sono i sentimenti a spostarci, non camminiamo con le nostre gambe, apriamo le ali che ci fanno vedere dall'alto la quotidianità, la routine, le strade che ci eravamo prefissati di percorrere, e allora certo che ci viene voglia di fare quell'inversione nelle nostre vite, e di rivoluzionarle.
Oggi (ri)parto da qui.